Giusto una precisazione lessicale:
un'espressione non si risolve, ma si riduce, cioè si rende via via più breve, fino a ridurla al suo valore.
Il verbo risolvere è utilizzato in algebra solo per le equazioni, cioè per espressioni che contengano una o più incognite di cui determinare il valore.
Si potrebbe pensare a un'espressione aritmetica come a un'equazione uguagliandola a x (es.: 2 + 3 = x), ma:
1. allora la x dovrebbe essere esplicita, non sottintesa, cioè si dovrebbe sempre scrivere l'espressione come uguaglianza (equazione);
2. la relazione fra l'incognita e il termine noto sarebbe banale e svuoterebbe di significato il concetto di equazione e incentiverebbe una visione dell'equivalenza procedurale, orientata al risultato, anziché relazionale.;
3. potrebbe indurre la confusione fra la semplice riduzione delle espressioni algebriche e la risoluzione delle equazioni.
Quindi: le espressioni si riducono, le equazioni si risolvono!